lunedì 15 marzo 2010

Morire per Vivere



Lunedì, 07 Dicembre  2009
Se cerchiamo la perfezione, dobbiamo imparare dai nostri Acarya. Vediamo che essi prendono la posizione più bassa, di maggior abbandono, però, a loro volta, li vediamo mantenere la prospettiva più elevata. E’ in questo modo che loro ci animano, che ci danno speranza. Perlomeno compio con il primo requisito richiesto per ricevere la grazia di Mahaprabhu: sono il più caduto. Adesso, come ben disse una volta Sridhar Maharaj: “prima di arrivare alla perfezione, devi essere disposto ad attraversare le distinte tappe dell’imperfezione.” Sarà qualcosa di doloroso scoprire il nostro rifiuto per il Supremo, per l’amore divino. Per questo motivo Srila Sidhar Maharaj dice: bisogna morire per vivere. Bisogna uccidere l’ego.
“Il sigillo dell’ego, lui dice, non permette che il Prema dormiente sgorghi come una fonte di nettareo amore per Krishna. L’ego è il grande nemico.”
I sadhu annientano l’ego, e asat-sanga lo incrementa perché basato nell’invidia per Dio.
Questo ego è più sottile perfino della mente e dell’intelligenza; la logica, in realtà, non può percepirlo, ecco perché è il grande amico del filosofo orgoglioso. Solo mediante la luce inviata da Krishna potremo percepirlo, solo accettando con molta allegria la nostra eterna, gloriosa e amorosamente protetta posizione di servitore.
Il sadhu ci dirá: “guarda, qui c’è l’ego, l’invidia per Dio, il nostro desiderio di sfruttamento, il nostro egocentrismo assoluto”. Così come una luce speciale ci può mostrare l’interno del nostro corpo, così la visione del sadhu può mostraci queste imperfezioni che sfuggono alla visione dei grandi filosofi e psicologi. Anche Mahaprabhu ci ha fornito la chiave: tutto parte dall’umiltà. La luce dell’umiltà ci mostrerà questo grande mostro e ci aiuterà a sconfiggerlo con il servizio ai santi.
Per questo sadhu sanga è tanto desiderato, la nostra unica speranza; loro sono nostri amici e sono tanto generosi.  Krishna stesso non vuole stare lontano da loro neppure per un momento!
Stare in loro compagnia è la più grande fortuna e il più grande bene che a tutti i costi dobbiamo preservare.