giovedì 14 ottobre 2010

Combatti gli anartha

Colui che riconosce delle capacità negli altri le troverà anche in sé stesso, o andranno a svilupparsi in modo naturale anche in sé stesso. Sono solo i difetti, gli anartha, quelli che ci separano, e sono come nuvole che ci separano dal sole.

L’anima è come il poderoso sole, però le nuvole dei difetti coprono la luce della coscienza; per questo motivo dobbiamo centrarci nel combattere gli anartha; apprezzare gli altri è un buon modo di vincere gli anartha, e apprezzare gli altri significa anche preoccuparsi per il loro benessere, che consiste nel creare facilitazioni per la predica. In questo modo tutto sarà connesso, tutto sarà in relazione, la preoccupazione per il bene allontanerà l’azione del male.
Per questo Krishna dice nella el Bhagavad Gita che se uno si preoccupa di essere buono, il male non potrà vincerlo.
Il nostro grande dovere, adesso, è pulire e pulire. Pulendo apparirà la purezza, perché la purezza è intrinseca nell’anima. Non è necessario cercare la purezza fuori. La purezza è interiore; bisogna solo pulire l’interiore, anartha nivrtti. Per favore, preoccupati del tuo mondo interiore. Alcune persone cercano di incorporare purezza attraverso l’intelletto; posseggono concetti puri, ma non i loro sentimenti. Il sentimento puro sorge solo attraverso il servizio puro e servizio puro è servire il guru. Questo servizio è bhakti; solo il guru permette la bhakti. Altrimenti sarà solamente jñana.
Narottam Das Thakur dice che la devozione si trova solo ai piedi di Gurudeva, kevala bhakti-sadma; l’unica dimora della devozione sono i piedi del guru. Servizio al Guru è umiltà, la porta per tutte le virtù. Vediamo così che la Coscienza di Krishna è qualcosa di molto pratico. Sri Krishna ci dà immediatamente accesso al tesoro delle virtù più elevate, anche se ancora non lo abbiamo raggiunto.

lunedì 4 ottobre 2010

La Parola del Maestro Spirituale

Non bisogna dimenticare che la parola di Sri Guru, o il maestro spirituale, è la parola di Dio, di Krishna. Perciò, abbi fede e sarai favorito, e già lo stai vedendo nella tua vita. E’ per la shakti del Guru che possiamo avere una vita pura; guarda i tuoi familiari e i tuoi amici. Loro non hanno accettato un guru e per questo non hanno una vita pura. Curiamo la purezza e la nostra fede in Gurudeva. Come dice Narottam Das Takhur: “Che la tua mente non si separi neanche di un millimetro dalla parola di Sri Guru.” E’ così semplice, chiaro e pratico. Una volta a Srila Prabhupada gli chiesero dei suoi poteri mistici, e lui indicò i suoi discepoli e disse: “Questi sono i miei poteri mistici; loro non peccano.” Che risposta meravigliosa. Forse voi conoscete questo aneddoto, ma vi chiedo di meditare molto in questo. E’molto prezioso. A volte uno si demoralizza pensando: Non sono un buon devoto, ancora non ho ottenuto niente di concreto, anzi, sono sempre più caduto. Quando penso così, mi consolo considerando che, almeno, non ho peccato tanto come lo facevo prima. Penso che Srila Prabhupada mi ha salvato da una vita di pazzia. Ricordo anche ciò che disse Srila Sidhar Maharaj, cioè che la lentezza alleata con la determinazione vincono la gara. Queste sono frasi molto importanti per la mia vita; mi fanno pensare che devo andare avanti con pazienza e con umiltà. “L’ordine del Guru è la vita del discepolo”, diceva Srila Prabhupada, e lui stesso è stato un chiaro esempio di questa grande verità. L’ordine del Guru è il nostro punto di riferimento, è la direzione e il senso della nostra vita. Senza di lui ci perderemmo tra le ramificazioni dei molti desideri che la mente propone.

lunedì 15 marzo 2010

Morire per Vivere



Lunedì, 07 Dicembre  2009
Se cerchiamo la perfezione, dobbiamo imparare dai nostri Acarya. Vediamo che essi prendono la posizione più bassa, di maggior abbandono, però, a loro volta, li vediamo mantenere la prospettiva più elevata. E’ in questo modo che loro ci animano, che ci danno speranza. Perlomeno compio con il primo requisito richiesto per ricevere la grazia di Mahaprabhu: sono il più caduto. Adesso, come ben disse una volta Sridhar Maharaj: “prima di arrivare alla perfezione, devi essere disposto ad attraversare le distinte tappe dell’imperfezione.” Sarà qualcosa di doloroso scoprire il nostro rifiuto per il Supremo, per l’amore divino. Per questo motivo Srila Sidhar Maharaj dice: bisogna morire per vivere. Bisogna uccidere l’ego.
“Il sigillo dell’ego, lui dice, non permette che il Prema dormiente sgorghi come una fonte di nettareo amore per Krishna. L’ego è il grande nemico.”
I sadhu annientano l’ego, e asat-sanga lo incrementa perché basato nell’invidia per Dio.
Questo ego è più sottile perfino della mente e dell’intelligenza; la logica, in realtà, non può percepirlo, ecco perché è il grande amico del filosofo orgoglioso. Solo mediante la luce inviata da Krishna potremo percepirlo, solo accettando con molta allegria la nostra eterna, gloriosa e amorosamente protetta posizione di servitore.
Il sadhu ci dirá: “guarda, qui c’è l’ego, l’invidia per Dio, il nostro desiderio di sfruttamento, il nostro egocentrismo assoluto”. Così come una luce speciale ci può mostrare l’interno del nostro corpo, così la visione del sadhu può mostraci queste imperfezioni che sfuggono alla visione dei grandi filosofi e psicologi. Anche Mahaprabhu ci ha fornito la chiave: tutto parte dall’umiltà. La luce dell’umiltà ci mostrerà questo grande mostro e ci aiuterà a sconfiggerlo con il servizio ai santi.
Per questo sadhu sanga è tanto desiderato, la nostra unica speranza; loro sono nostri amici e sono tanto generosi.  Krishna stesso non vuole stare lontano da loro neppure per un momento!
Stare in loro compagnia è la più grande fortuna e il più grande bene che a tutti i costi dobbiamo preservare.